sabato 28 gennaio 2017

La recensione per Soluna della blogger Serena Panizza

Serena Panizza è un volto noto e amato da molti di coloro che si addentrano nel magico mondo letterario.
Siano essi scrittori o semplici lettori, la simpatia di Serena e la sua straordinaria capacità di leggere anche tre interi romanzi in appena due giorni, sfruttando le poche ore offerte dalla sua intensa vita lavorativa, non possono che sorprendere e catturare.
Nota blogger per diversi spazi culturali, ha di recente terminato il mio romanzo " Soluna - I sovrani di pietragrezza", primo capitolo dell'omonima saga fantasy.
Riporto a seguire la sua personale recensione, ringraziandola affettuosamente per ogni singola parola.

Marco Perrone

"Primo capitolo di una saga italiana fantasy che porterà il lettore nelle terre di Soluna, dove il sole e la luna si incontrano in un abbraccio eterno, dove tra creature delle più svariate ragazze il piccolo Norrep intraprenderà un viaggio in cui vivrà mille avventure. 
Ogni personaggio per quanto nato dalla fantasia dell’autore in realtà è una persona veramente esistente e per questo motivo la caratterizzazione dei personaggi ha il tocco in più del realismo, c’è della magia certo si parla pur sempre di maghi e incantatori ma tutto ciò non fa sembrare il romanzo qualcosa di lontano dal nostro essere quotidiano. 
Un romanzo che parla di amicizia, del rincorrere con tutte le forze il proprio sogno, dell’ abbattere dei pregiudizi che le persone spesso hanno nei confronti di ciò che non conoscono. 
La descrizione dei luoghi è molto dettagliata e realistica altro punto a favore del romanzo. 
Altra cosa che avevo apprezzato anche nei precedenti romanzi ( la trilogia di Orbeth) è che all’inizio c’è una mappa del continente di Soluna e in fondo al romanzo un piccolo glossario in cui vengo riassunti brevemente i personaggi e i termini di fantasia usati dall’autore in modo che il lettore non si trovi mai sperduto.

Voto 5 stelle ( su 5 )


Serena Panizza nel suo selfie con il romanzo Soluna - I sovrani di Pietragrezza dello scrittore Marco Perrone



lunedì 23 gennaio 2017

Le recensioni di Soluna

Selene è una cara amica, assidua lettrice e divoratrice di tomi che, in tempi recenti, ha rivelato essere una scrittrice davvero in gamba ( cercate Bruchium, suo libro d'esordio, e leggendolo vi lascerà piacevolmente sorpresi! )

Blogger impegnata in vari campi editoriali, ha da poco rilasciato una sua personale recensione in merito alla mia ultima trama : Soluna.

Vi riporto a seguire le sue esatte parole:

«Soluna, unico continente conosciuto da noi uomini, deve difatti il proprio nome a questa singolare caratteristica: i suoi territori sono talmente vasti da far sì che in essi Sole e Luna si tocchino, stringendosi dentro un eterno abbraccio».
Un’immagine che da sempre ha affascinato l’uomo, i poeti e gli artisti del passato e dei nostri giorni: il Sole e la Luna così da sempre divisi, ma incredibilmente vicini per una manciata di minuti; anche la mitologia greca, sensibile a questo ciclico avvicendarsi del giorno e della notte, aveva immaginato due giovani innamorati, Apollo, dio del sole, e Artemide, dea lunare, che per pochi attimi potevano vedersi e sfiorarsi, e, solo durante le eclissi avrebbero potuto abbracciarsi. 
Ed è con questa splendida immagine che l’autore, Marco Perrone, ci inoltra in una nuova avventura: un continente tutto da scoprire, personaggi diversi tra loro, per storia e costumi, che, a causa di un pericolo che ha sconvolto il regno, saranno protagonisti di una nuova interessante avventura, che ci incuriosirà fino alla fine in questo primo capitolo.
Quello che mi ha affascina moltissimo è la creazione di un mondo nei suoi minimi particolari, a partire dalla scansione del tempo, le ore misurate in “turchese”, «una barra di minerale azzurro che se incendiata decolora progressivamente, indicando il tempo. Per convenzione, una giornata dura circa due sagome di turchese, e i quarti di queste ultime scandiscono i ritmi lavorativi». 
Un solo esempio per dimostrarvi come l’autore, da abile artigiano qual è — in senso metaforico —, ha creato, questo nuovo mondo, lavorando l’argilla con sapiente arte, instillando in essa un afflato di vita; un mondo disegnato nei suoi minimi particolari.
I personaggi hanno caratteristiche ben delineate, e, attraverso le loro parole e le introspezioni psicologiche impariamo a conoscerli e ad affezionarci.
Mersio, uno studente dell’apprendimento ditorio, che ha una duplice responsabilità: la prima, studiare per prendere, un giorno, il posto lavorativo del padre, in qualità di commerciante; la seconda, riscattare il cognome della propria famiglia da una cattiva reputazione, che un uso sconsiderato della magia ha inabbissato; ma ancora una volta la magia entrerà nelle vite dei Norrep.
Lucritia, amica di Mersio, è una elementalista, lei ha il poter di governare uno dei 9 elementi, l’acqua; darà delle lezioni segrete al suo amico Mersio, tanto affascinato da quest’arte fino al giorno dell’incidente.
Ma ahimè, come ogni avventura che si rispetti, la pace e la tranquillità quotidiana degli abitanti di Soluna verrà messa in subbuglio da forze più grandi di quelle che si temono.
Mersio e Lucritia conosceranno un bardo, Quarzo Nimose, che si rivelerà un generale delle truppe del re Domitio, in ricognizione sotto falsa identità; e conosceranno anche Idelen Vernardis, singolare principessa-guerriera di Pietragrezza.
La magia e l’arcano faranno da sfondo all’intera vicenda.
Lo stile è superbo, scorrevole e ricercato al tempo stesso, non annoia ma affascina totalmente; la trama non è mai banale e scontata, ma fino alla fine incuriosisce il lettore che, giunto al termine si chiede speranzoso: “quando sarà pubblicato il secondo volume?”.
Un fantasy che va ben al di là della categoria solita di riferimento, in esso c’è magia, ci sono mostri, c’è la giusta suspence, l’amicizia, il coraggio e l’avventura, un mix che con Marco Perrone non delude mai. 
Se ancora non avete letto o non conoscete l’autore, spero che leggendo le mie parole vi stimolino a intraprendere questa nuova avventura, ne vale davvero la pena! 😉
Buona lettura!
Lunghezza Opera 📚📚📚📚📚 ( su 5)
Ampiezza cast dei Personaggi 📚📚📚📚📚 ( su 5 )
Varietà Luoghi 📚📚📚📚📚 ( su 5 )
Coinvolgimento e Scorrevolezza 📚📚📚📚📚 ( su 5 )
Componente Inedita 📚📚📚📚📚 ( su 5 )
Valutazione Complessiva 📚📚📚📚📚 ( su 5 )
Link originale del suo blog qui di seguito:
https://legilimenssite.wordpress.com/

La scrittrice e blogger Selene Corapi nel suo selfie con il romanzo Soluna di Marco Perrone

La magia rivisitata nella saga fantasy Soluna : maghi, chierici, incantatori e druidi

Soluna è una saga che trae profondamente spunto dai classici canoni Fantasy.
Chiunque abbia goduto di grandi titoli per pc sul genere D&D ( Dungeons & Dragons ) come i celebri “Baldur’s Gate” o “Neverwinter Nights“ non riuscirà ad evitare di coglierne le evidenti analogie.
In un mondo immenso e variegato, si incontrano ambientazioni suggestive, popolate da creature classiche come umani, nani, draghi, ed elementi integralmente inediti (cito il barbiotto, una simpatica variante di coniglio molto amato da Lucritia e dagli stessi lettori ^_^ ).
Punto di grande interesse, pervenuto già dai primi commenti
sull’opera, è senza dubbio il tema arcano.
La magia difatti,
cardine portante della narrazione come per la celebre saga potteriana, in Soluna assume sfaccettature uniche.
Per meglio comprendere questo punto, sarà bene partire dalla
definizione di

Mago:
ogni essere detentore di un’anima, capace di estenderla e focalizzare
un effetto, che sacrifica in modo temporaneo la porzione eccedente per manifestare nella realtà una materializzazione.
Spieghiamo meglio il tutto, concedendo allo spirito di un qualunque individuo il valore numerico 100.
Il praticante arcano quindi, agendo sulla propria
concentrazione, si rilassa e diluisce il più possibile tale cifra, portandola progressivamente a divenire 110, 120, 130… e così via.
Raggiunta l’estensione desiderata, il mago dà inizio alla
fase successiva, soffermandosi sopra una definita materializzazione.

Gli elementi in Soluna
sono nove, sette ordinari (Fuoco, Acqua, Terra, Aria, Fulmine, Luce, Buio) e due divini (Vita, Morte).

I magicanti non possono accedere agli ultimi due,
prerogativa di chierici e divinità.
Con i restanti sette, però, riescono ad avere i più svariati
risultati, utilizzando precise immagini mentali facilitate dall’uso di antiche formule.

Ogni formula,
recitata in Soluna, trae origine dal celebre latino, differenziandosi però daesso grazie ad alcune varianti volute dall’autore.

Esclamare “Orbiam apparia“, tuttavia, non è necessario per
evocare una sfera di spirito, ma aiuta il mago neofita a puntare il proprio pensiero verso quella specifica focalizzazione.
Giunti a questo punto, quindi, la magia prende corpo ed
invade il mondo reale, sottraendo all’evocatore una porzione di spirito pari alla distensione esercitata.
Se, quindi, un globo spirituale viene focalizzato portando l’anima
da 100 a 120 (100 base + 20 estensione), il praticante arcano si ritroverà dopo con una cifra di 80 (100 base – 20 estensione).
Questo stress mentale si recupera poco alla volta e porta il
mago a spossarsi:
estendendo la propria anima ai limiti massimi (200 o più,
per la cifra soprariportata), il trauma successivo potrebbe indurre una paralisi spirituale, negando per sempre l’utilizzo magico, o addirittura uccidere.
Questo dettaglio è tenuto bene a mente soprattutto dagli
Incantatori:
essi si differenziano
dai consueti maghi per la capacità di incantare perpetuamente un oggetto o finanche un altro essere vivente, applicandoci glifi ad innesco e maledizioni.
Questa potente materializzazione però trasferisce in maniera eterna una porzione di spirito nell’incantesimo, sottraendo a vita la parte di anima utilizzata.
Gli incantatori, a differenza dei maghi, sono ben visti
nella società nobiliare di Soluna proprio grazie alle rispettive doti di incantare gli oggetti, conducendo la magia alla portata di ognuno.
Un incantesimo, affinché sia lanciato, richiede pronunce di
formule continue e un’emissione costante di spirito senza mai distogliere la mente dall’effetto voluto; questo processo, a volte effettuato in più persone e longevo anche alcuni giorni, nobilita gli incantatori a praticanti arcani di altissimo livello.
Ultimi, ma non per importanza nell’ordine sociale, sono
i Chierici:
la loro pratica
richiede l’allontanamento dall’ego, una mortificazione con successivo annichilimento dello spirito stesso.
Un sacerdote quindi, in maniera totalmente opposta ai maghi, prima di accedere ad un miracolo entra nello stato contemplativo della preghiera, pronunciando o semplicemente pensando a litanie, tramandate dagli stessi Dei ai propri avi.
Rinunciando ad ogni presunzione, il chierico accorcia la
propria linea vitale e lascia spazio alla divinità tutelare, facendo sì che essa riesca a manifestarsi attraverso le proprie spoglie.
Immaginando, ad esempio, che un adepto di Imago, dio delle
tenebre, voglia utilizzare il “miracolo di trasmissione del corpo attraverso le ombre”, egli prima si rivolgerà al divino, supplicando udienza mediante la dicitura comune: “Divuse Imago, ega alloquonum“ ( Divino Imago, io ti invoco…).
A questo punto, mentre il miracolo viene concretizzato, il
richiedente dovrà contrarre la propria anima a seconda dell’effetto desiderato, portandola da 100 fino al valore 80.
Con la litania “Tenebro trasmesso “, quindi, il dio Imago
potrà compiere il prodigio di far scorrere il corpo dell’invocatore come fosse ombra, travasando la propria aura divina dentro la porzione (100-80= 20) di spirito concessa.
Terminato il tutto, l’animo ritorna subito al valore
iniziale (100), permettendo al chierico, differentemente dal mago, di essere immediatamente pronto a nuovi miracoli.
Unica eccezione a questo si ha quando sacerdoti
particolarmente potenti concedono al proprio dio, oltre all’anima, anche tangibili porzioni del proprio corpo.
I miracoli conseguiti sono rapidi e devastanti ma, ultimato
l’utilizzo, lo stress fisico resta pesantemente per un tempo più o meno prolisso:
l’evocazione suprema di un sacerdote si consegue difatti
portando il valore della propria anima a 0.
Il divino di riferimento riesce così a manifestarsi
integralmente nella realtà, compiendo gesta prodigiose; al termine del miracolo, tuttavia, l’anima ripiegata eccessivamente non può più distendersi, causando la morte dell’utilizzatore.
Un sacerdote esperto,
simulando gli incantatori, può benedire ( o maledire) a tempo indeterminato luoghi, persone ed oggetti.
I chierici sono gli unici ad avere accesso a ciascuno dei
nove elementi, inclusi i due divini.
Nessun umano può comunque generare vita, ma in questo caso
vanno necessariamente citati i chierici fedeli a Ramio, divino della terra, noti comunemente come
Druidi:
essi sono gli unici
sacerdoti capaci di evocare, seppur temporaneamente, focalizzazioni animate.

Siano animali o piante, i druidi trasportano porzioni di
pelle o tessuto con loro e le toccano, pronunciando litanie, riuscendo così a ricreare esemplari in carne ed ossa.
Un druido, se benvoluto da Ramio, potrebbe evocare persino
altri esseri umani, ma tali miracoli, andando contro l’etica comune, sono vietati dalle leggi vigenti.

Marco Perrone



La Magia, cardine del romanzo Soluna, rivisitato in chiave inedita dallo scrittore Marco Perrone

venerdì 20 gennaio 2017

Lassù dove non si cade , tributo in versi al grande campione Simoncelli

La poesia " Lassù dove non si cade "
tributo in versi edito dallo scrittore Marco Perrone
nella raccolta " Deca D'agosto " ( editore Lupo , 2014 )

pubblicata il 20 gennaio 2017

sul quotidiano Repubblica .it

Per leggere l'articolo
digitare sul link in basso

http://borgomeo.blogautore.repubblica.it/2017/01/20/supersic-20-gennaio-1987/

http://borgomeo.blogautore.repubblica.it/2017/01/20/supersic-20-gennaio-1987/


ll SuperSic, 20 gennaio 1987




Oggi il SuperSic avrebbe festeggiato il suo compleanno, la rete non lo dimentica e continua a inondare social, blog e siti di ricordi. Fra le tante mail arrivate un redazione abbiamo scelta questa, una poesia di Marco Perrone, che si aggiudicò anche la menzione d'onore nel "Premio internazionale di Scrittura Vitruvio " dell'anno 2014.

Lassù dove non si cade
Quel nugolo increspato
sul dorso del bel viso,
sereno e sempre ornato
da limpido sorriso.

L’intrinseca passione
che dalle ruote rugge,
evidente passione
che fin dal cuore emerge.

e affonda nella piega
di un bolide traverso,
in chi di forza nega
al suolo il proprio sterzo,

tale livello d’indole
che hai sempre dimostrato,
campione meritevole
da tutti noi ammirato,

nel frangente assassino
in cui la vita sfuma,
e d’un roseo destino
ne fa pallida bruma,

rovente è il ricordo,
che al pari di benzene
sorpassa quel traguardo,
e tiene ancora insieme

la folla che ti adora
e senza sosta applaude,
convinta che tu ora
non sia fermo nell'Ade,

ma che, tra nubi e luce,
percorri le tue strade
restando sempre audace,
là dove non si cade.

lunedì 16 gennaio 2017

Soluna: ripartono i selfie dai lettori

Anche con la saga fantasy " Soluna "

come è stato per la trilogia dark fantasy " Orbeth "
( vedi www.selfieorbeth.onweb.it )

partono le pubblicazioni dei tanti selfie pervenuti,
scattati dai miei amati lettori
mentre impugnano il romanzo.

Ecco a seguire
i primi scatti inviati
insieme alla copertina di
"Soluna - I sovrani di Pietragrezza "

Marco Perrone Scrittore

Marzia Magno - artista - Selfie Soluna

Selene Corapi - Scrittrice e blogger - Selfie Soluna

Serena Panizza - blogger - Selfie Soluna

lunedì 9 gennaio 2017

Soluna, quando il "fantasy" attinge dal "reale"

" Nulla è più fantasy del mondo reale, se lo si valuta nei suoi più intimi e nascosti particolari".
Così cita un mio aforisma scritto diverso tempo fa, e devo ammettere che a queste parole ho sempre creduto con tutto me stesso.
La realtà si mostra unica ed originale in ogni occasione, valutandola ad occhio attento:
stesso dicesi per le persone che ci circondano, capaci di animare i sentimenti più vari.

Partendo da tale presupposto, come scrittore mi accade spesso, al pari dei miei colleghi più o meno autorevoli, di lasciar confluire nelle trame elementi tratti dal mondo reale, oggetti che seppur impastati, stravolti e rimodellati, conservano sfumature della sorgente da cui hanno avuto origine.

"Soluna", mio ultimo lavoro letterario, fa di questa tendenza una vera e propria regola, attingendo al concreto per rivisitarlo dietro una chiave puramente Fantasy.
Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore di un capolavoro universale noto a tutti, la "Divina Commedia", diede veridicità al narrato prendendo sue conoscenze e calandole in gioco:
lo spessore impresso a molti passi di Inferno e Purgatorio venne accentuato proprio tramite la giusta scelta di far muovere, da abile burattinaio, volti noti all'immaginario mondiale e quindi facilmente visualizzabili con cruda veridicità.

La mia saga romanzesca è semplice e diretta, rivolta ad un pubblico di ogni età e costruita attraverso molteplici personaggi e ambientazioni, tutti puramente inventati e frutto della mia sola fantasia.
Leggendo, tuttavia, capiterà spesso al lettore di imbattersi in assonanze, nomi o situazioni che, soprattutto per chi mi conosce meglio, susciteranno alla mente originali collegamenti.
" Soluna " mira proprio a questo, costituire una lettura di svago nella piacevole tendenza magica avviata da titoli autorevoli come "Harry Potter " o " Shadow Hunters".

Trascinando dentro un viaggio continuo, mosso insieme ai protagonisti sulle ali della sola Fantasia, 
"Soluna - I Sovrani di Pietragrezza " ambisce ad essere così un  tentativo italiano di ricalcare il nobile Fantasy d'oltreoceano, ritoccandolo mediante abbellimenti rari ed ammalianti, poiché offerti dalla stessa realtà circostante.

Scrittore Marco Perrone



La prima immagine estetica di Idelen e Tobius, insieme alla loro inedita accoppiata, mi venne suggerita osservando proprio questa foto, pubblicata dalla grande amica ed originale cake designer Ida De Bernardis, che stimo e ringrazio




L'affettuoso orso nano Vetoben ed il fiero Tobius, raro esemplare di volpe rossa gigante, traggono ironica e ribaltata ispirazione estetica proprio dai miei fidi cuccioli, rispettivamente Beethoven e Tobia " Cioppi Cioppi " ^_^